come sarà il mercato immobiliare che ci aspetta nei prossimi anni
se prima era l’offerta a trainare la domanda, ora saranno i bisogni a muovere il mercato immobiliare, con un compratore selettivo che cercherà sempre più prodotti di qualità. il motore della ripresa – già in marcia, anche se lontana dai numeri del passato – sarà la riqualificazione dell’esistente, dove si concentrano il 40% degli investimenti sulla casa. a tracciare il panorama del settore che verrà è stata nomisma, nella conferenza di presentazione della fiera saie smart house – che si terrà a bologna ad ottobre – nel corso della quale ha presentato le stime sulle transazioni per il prossimo biennio
le transazioni immobiliari nel 2015
il mercato edilizo e immobiliare è sicuramente tra quelli che ha sentito maggiormente gli effetti della crisi. non a caso ha ricordato nomisma, le compravendite di abitazioni sono passate da 870mila del 2006 a 403mila del 2013, nello stesso periodo gli investimenti in nuove costruzioni residenziali sono calati dai 40,6 a 19,8 miliardi; i permessi di costruire nuovi fabbricati residenziali sono crollati da 278,6 mila del 2005 a 53,4 mila del 2013. e cosa ci possiamo aspettare nei prossimi anni? siamo di fronte a una progressiva, seppur lenta risalita delle compravendite: nel 2015 saliranno a quota 470mila (+16,7% rispetto al 2013) e supereranno le 517mila nel 2017
un mercato con dinamiche diverse
numeri che fanno ben sperare, ma che sono ben lontani da quelli del passato. ed infatti, come già sottolineato da idealista, ci troviamo davanti a un mercato profondamente diverso da quello del passato, dove le dinamiche di potere tra compratore e acquirente sono sbilanciate a favore del secondo. alla luce di questi nuovi scenari, il mercato immobiliare ed edilizio non sarà più lo stesso – ha commentato il direttore generale di nomisma luca dondi – “si è chiusa la fase in cui l’offerta ha guidato la domanda e l’enfasi era concentrata sulla produzione; ora se n’è aperta una in cui è la domanda a guidare l’offerta e sarà incentrata sul soddisfacimento dei bisogni”
riqualificare per uscire dalla crisi
in italia il 55,4 per cento delle case è stato costruito prima del 1971 e richiede seri interventi di riqualificazione, mentre oltre un quarto (28,2%) risalente al ventennio tra il 1972 e il 1991, necessita almeno di investimenti per l’efficientamento energetico. non a caso solo il 15% degli edifici rientra nelle classi energetiche più efficienti. “la riqualificazione dell’esistente- secondo dondi- è l’opportunità per le imprese per uscire dalla crisi del settore”, non a caso, “quando negli ultimi anni le nuove realizzazioni crollavano, il mercato del recupero restituiva segnali di crescita: 106,6 miliardi di investimenti in recupero dal 2006 (di cui 38,7 di manutenzione straordinaria residenziale) sono diventati oltre 115 miliardi nel 2013 (di cui 45 di manutenzione straordinaria residenziale)”
i bonus energia e ristrutturazione
ciò anche grazie alle misure di agevolazione fiscale messe in atto dal governo e prorogate a tutto il 2015. basti pensare che “la quota degli investimenti veicolati dai bonus è passata da poco più del 10% del 2008 a oltre il 40% del 2013. dei quasi 20 miliardi di euro di investimenti veicolati nell’ultimo anno, tre quarti hanno riguardato il recupero edilizio e un quarto la riqualificazione energetica”.
la necessità di riforme
un punto di vista condiviso anche dal presidente di federcostruzioni, rudi girardi, che afffermato che ormai la “costruzione di nuove abitazioni e gli investimenti in infrastrutture lasciano il passo a riqualificazione del patrimonio urbano e alla messa in sicurezza sismica e idrogeologica ma per uscire dalla tendenza che ha visto dal 2008 al 2013 una contrazione produttiva delle filiere pari al 26 per cento, servono precise scelte di politica economica”